ANCORA DANNI DEL PROCESSO INDIZIARIO. A REGGIO CALABRIA TUTTI ASSOLTI CON FORMULA AMPIA NEL “CASO MARTORANO”

 Giustizia giusta”: Sollecito a Viterbo | Viterbo Post 

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ANCORA DANNI DEL PROCESSO INDIZIARIO. A REGGIO CALABRIA TUTTI ASSOLTI CON FORMULA AMPIA NEL “CASO MARTORANO”, ha commentato Gennaro Francione, in pensione da magistrato, con il grado di consigliere della Corte di CassazioneGennaro Francione e un amministratore del gruppo social MOVIMENTO PER IL NEORINASCIMENTO DELLA GIUSTIZIA(MOV.RIN.GIU) e gruppo social CONTRO IL PROCESSO INDIZIARIO
 
Pubblichiamo l'intero commento di Gennaro Francione su  “CASO MARTORANO”:
 
La condanna in primo grado, in questo come nella miriade di processi indiziari, nasce dalla facoltà di “romanzare” concessa da legislatore ai giudici che con gli indizi possono dimostrare tutto e il contrario di tutto. In questo caso la difesa ha confutato “l’indice delle cose impossibili*” cristallizzate nei capi d’imputazione dell’”associazione per delinquere” e del “riciclaggio”. Sono cadute tutte le accuse dopo 6 anni di gogna e una grande azienda distrutta, con le lunghe catene di un sequestro totalitario su tutti i beni dell’intero patrimonio del Gruppo Martorano. 
 
Le dispose il Tribunale di primo grado pure in assenza di prova di quel profitto illecito rimasto allo stato di indagini poliziesche, ampiamente confutate nei motivi d’appello e nelle contro-deduzioni dei consulenti tecnici del collegio difensivo.
 
La chiave per porre fine a questo modello di processo indiziario fallace, dannoso e anticostituzionale è sempre la nostra Tavola delle prove legali in base alla quale “solo prove scientifiche rigorose”, esaminate nell’immediatezza dell’accusa da un riesumato giudice istruttore consentiranno di evitare questa ripetuta strage di innocenti preservando la loro libertà, la loro vita, i loro patrimoni.
 
Colgo l’occasione per rinnovare l’invito a tutti gli avvocati e giudici a valutare la possibilità di ripresentare la questione d'incostituzionalità del processo indiziario e precisamente dell'art. 192, 2° co. c.p.p. in rapporto agli artt. 2, 3, 13 e 111 della Costituzione alla luce dell’art. 533 c.p.p., così come modificato dalla l. n. 46/2006 (c.d. legge Pecorella), che, nella sua nuova formulazione, recita testualmente al comma 1: “Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l'imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio”.
 
Il principio dell’oltre ogni ragionevole dubbio, come affermato dalla giurisprudenza di legittimità, rappresenta il limite alla libertà di convincimento del giudice, apprestato dall’ordinamento per evitare che l’esito del processo sia rimesso ad apprezzamenti discrezionali, soggettivi e confinanti con l’arbitrio: si tratta di un principio che permea l’intero ordinamento processuale e che trova saliente espressione nelle garanzie fondamentali inerenti al processo penale quali la presunzione di innocenza dell’imputato, l’onere della prova a carico dell’accusa, l’enunciazione del principio “in dubio pro reo” e l’obbligo di motivazione e giustificazione razionale della decisione a norma degli artt. 111 c. 6 Cost. e 192 c. 1 c.p.p. (Cass. pen. sez. I 14 maggio 2004).
 
Ogni processo indiziario per sua natura, se non seguito da confessione dell'indiziato, crea un ragionevole dubbio di colpevolezza. Il processo Martorano era altamente indiziario e andava archiviato immediatamente.
 
Gennaro Francione si è battuto come giudice e ora come hactivist dramaturg contro il processo indiziario a favore del processo scientifico, basato su prove fortissime, l'unico in grado di attuare una giustizia realmente uguale per tutti
e probabilisticamente più vera.  Soprattutto è drammaturgo, continuando la tradizione di Ugo Betti (anch’egli giudice), di cui è definito dal Centro Ugo Betti  il “naturale erede”.

Avv. Santo Alfonso Martorano -Cassazionista - Presidente di Sportello del Consumatore Italia “APS” - Arbitro in Controversie di lavoro Studio Legale : Via Goito n 42 - 00185 Roma 

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