Dall'Habemus Papam all'insediamento, i prossimi riti

 La fumata bianca sulla Cappella Sistina - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!" (Vi annuncio con grande gioia: abbiamo un Papa!): l’annuncio del cardinale Dominique Mamberti, affacciato dalla Loggia delle benedizioni a Piazza San Pietro con il mondo collegato attraverso i media, dà l’avvio al nuovo Pontificato.

Il suo annuncio è stato preceduto dalla fumata bianca, il vero segno dell’avvio di un nuovo governo vaticano. 

Un momento solenne atteso dai credenti ma anche da persone lontane dalla Chiesa, proprio per il suo carattere di unicità al mondo, ed è la ragione per la quale tutte queste formule sono finite come modi dire nel linguaggio comune.

Il saluto del nuovo Papa che nei tempi passati era solo una benedizione ma che da Wojtyla in poi è divenuto una vera e propria, se pur breve, presentazione, è l'ultimo atto di ciò che è avvenuto prima nella Sistina lontano dagli occhi del mondo.

Dopo che uno dei cardinali ha superato gli 89 voti, i due terzi dei suffragi richiesti da questa elezione, scatta l'applauso dei confratelli, mentre nel frattempo la conta arriva fino alla fine.

A questo punto l'ultimo dell'ordine dei cardinali diaconi richiama il Maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio.

Il primo cardinale dell'ordine dei vescovi si rivolge all'eletto chiedendo: ''Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?'' (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?). Sembrerebbe solo una domanda retorica ma ci sono stati casi nella storia, anche se si contano sulle dita di una mano, in cui il Papa scelto ha rifiutato. Adriano II, per esempio, dodici secoli fa accettò solo al terzo conclave a suo favore; le due volte precedenti aveva declinato al ruolo, per umiltà, secondo quanto tramandato dalla storia.

Se invece la risposta del nuovo Papa è affermativa, il cardinale designato chiede: ''Quo nomine vis vocari?'' (Come vuoi essere chiamato?), domanda a cui il neo-eletto risponderà con il nome che ha scelto da Papa. Dopo l'accettazione si bruciano le schede nella stufa, mentre un'altra stufa viene utilizzata per i fumogeni in modo che da piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca. Al termine del conclave il nuovo Pontefice si ritira nella ''stanza delle lacrime'', così viene chiamata la sacrestia della Cappella Sistina, perché si presume, e forse qualche volta è davvero accaduto, che il nuovo Pontefice qui pianga per la commozione o per il peso delle nuove responsabilità. E' lì che lo aspettano le tre vesti di taglie diverse: sarà aiutato ad indossare quella più vicina alla sua corporatura per presentarsi in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della Basilica di San Pietro. Prima di questa presentazione al mondo, all'interno del conclave si tiene la preghiera per il nuovo Pontefice, e l'ossequio dei cardinali, viene quindi intonato il ''Te Deum'' che segna ufficialmente la fine del conclave.

In un tempo breve viene poi fissata la messa di inizio pontificato. È il giorno dell'abbraccio al nuovo Papa da parte dei fedeli e del mondo attraverso i loro capi di Stato. Questo è anche il momento del discorso "programmatico" perché è il tempo in cui effettivamente comincia il ministero petrino. Indosserà pallio e anello del pescatore e con questi simboli prenderà il via il pontificato. È una celebrazione che fino a qualche decennio fa richiamava simboli regali e si chiamava messa di 'intronizzazione' o 'incoronazione'.

Come accaduto per i funerali di Papa Francesco, sono attese migliaia di persone e decine di delegazioni ufficiali, sia degli Stati che rappresentanze delle altre religioni. 

È una delle messe più solenni nella storia dei pontefici ma è da verificare se il successore di Francesco manterrà le semplificazioni che Bergoglio aveva apportato anche nella liturgia. È da attendersi infine, prima o dopo la messa, il primo giro in papamobile del nuovo Papa per quel saluto più informale alla sua gente.


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